Fata turchina

 

Salgo le scale per te

dolce fatina della mia infanzia.

Ad ogni gradino

fiacca, dalle ginocchia rigide,

ti sento, sei nell’angustia di questa nebbia.

Ecco si apre l’ultima soglia

teste a ciondoloni, gemiti illeggibili,

saluti smaniosi di una carezza!

Passo oltre, oltre l’immondezza dell’ultima età…

E’ te che cerco

E’ te che vedo alla soglia

dove il buio non si sospetta.

Eccoti, mia fatina turchina,

ti sforo appena

ti giri, sai chi sono!

Io sto lì, sono tutta per te!

Non temo più quelle salite,

ti renderei i lesti arti e quel cesto pesante,

il rastrello ed il forcone

l’odore dell’erba matura

delle essenze fragranti dell’estate.

Ti renderei il pallore autunnale

ed i pugni chiusi a raccoglier bacche.

Ti renderei il candore invernale

e i sollazzi sotto il cunicolo ghiacciato.

Ti renderei l’euforia primaverile

e l’antico costume del tuo amato

a ripulir serpeggianti vie

che portano al cielo.

Io sto lì, mia dolce fatina,

lì, davanti a te,

amore ti dono

amore che non basta.

Il passato impallidisce e

scompare per sempre!

 

Mary 7 settembre 2022